Cafiero Vittorio

1901/ 1981

Cafiero

Vittorio

CAFIERO V.

Nei lavori con Daniele Crespi ed Angelo Canevari firma con un tridente sormontato da tre C, una per ogni rebbio.

M

Roma

1901

Roma

1981

Roma, Asmara, Adis Abeba

scuola italiana

architetto, urbanista, scenografo

S4000196

Vittorio Cafiero con Daniele Crespi ed Angelo Canevari firmano con un tridente sormontato da tre C, una per ciascuno dei rebbi del tridente. Cafiero è stato membro Accademia di San Luca, scenografo del film Gli ultimi giorni di Pompei nel 1926, Presidente dell' Ordine Architetti di Roma 1954-55 e progettista tra l'altro con Mario Ridolfi del Palazzo dell'Africa Italiana, oggi Palazzo della FAO a Roma. Altre sue opere a Roma sono la Caserma Giuseppe di Montezemolo (1935-1938) in via A. Baiamonti, largo Don G. Morosini; Ex Comando della Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale, (1935-1936) con Angelo Canevari, via Slataper 2 angolo viale Romania; Villaggio Olimpico, (1958-1960) in viale Tiziano, con A. Libera, L. Moretti, V. Monaco, A. Luccichenti; Viadotto di corso Francia V. Cafiero, A. Libera, L. Moretti, V. Monaco, A. Luccichenti, P.L. Nervi (progetto urbanistico); P.L. Nervi (progetto strutturale) 1958 - 1960 da ponte Flaminio a viale Pilsudski Quartiere INCIS a Decima [GRUPPO] L. Moretti (progetto urbanistico); V. Cafiero, I. Guidi, A. Libera, L. Moretti (progetto architettonico) 1960 - 1966 via C. Sabatini Si veda http://www.info.roma.it/personaggi_dettaglio.asp?ID_personaggi=440 si veda inoltre Sgarbi V., Le meraviglie di Roma: dal Rinascimento ai giorni nostri, Milano 2011, ad vocem. ___Vittorio Cafiero con Daniele Crespi ed Angelo Canevari firma con un tridente sormontato da tre C, una per ciascuno dei rebbi del tridente: si veda il manifesto "Prestito del littorio", 1926, (Treviso, Coll. Salce, inv. 10766). Il trio Cafiero Crespi e Canevari sceneggiò il film "L'uomo dall'artiglio" di Nunzio Malasomma, prod. Cines 1931 (Poppi R., I film: Tutti i film italiani dal 1930 al 1944, Roma 2005, p.394) e il film "La Scala", sempre del 1931 per la regia di Gennaro Righelli, tratto dal dramma omonimo di Pier Maria Rosso di San Secondo.